Chiesa Matrice S. Giovanni Battista

Ultima modifica 14 novembre 2019

La Chiesa Parrocchiale è dedicata a San Giovanni Battista, di cui si trova in sagrestia una statua in pietra del XV sec.Sembra che sul luogo dove fu costruita, sorgesse una chiesetta dedicata a San Biagio, infatti il corpo di fabbrica primigenio risale al XIII sec.La chiesa inizialmente consisteva nella sola navata trasversale, che oggi forma il braccio piccolo della croce: il transetto. Sembra che l'iconostasi, l'altare maggiore dove sono le immagini, si trovasse dove ora è la sagrestia, rivolta a sud, quasi a testimonianza del fatto che si officiasse il rito greco. Questo fu di certo presente a Parabita fino alla fine del XIV secolo.

Le notevoli differenze strutturali fanno capire come la chiesa non fu costruita in una sola volta, ma abbia subito interventi di restauro, con aggiunte e trasformazioni, fino al 1853, anno in cui fu rifatta la facciata principale e la fabbrica fu allungata di un terzo.Oggi la facciata è a salienti, con due finestrelle che ne bucano lo spazio corrispondente alle navate minori, mentre due grosse lesene ne delimitano quello corrispondente alla navata maggiore. Esse sorreggono un architrave su cui poggia un timpano, mentre il portale d'ingresso è sormontato da un grosso finestrone.
Degno di segnalazione è il portale laterale sul prospetto nord, opera cinquecentesca del leccese Gabriele Riccardi, sul cui architrave si trovano tre statue realizzate in pietra leccese: la Vergine con il Bambino al centro; inginocchiato, Giovanni Battista a destra e l'apostolo Pietro a sinistra.A lato della porta vi sono due grandi affreschi raffiguranti rispettivamente San Cristoforo, ancora sufficientemente visibile, e la Vergine con San Gaetano.L'interno, a tre navate, presenta delle anomalie, dovute quasi certamente ai diversi interventi di restauro: la disuguaglianza in lunghezza delle ali della nave trasversale e la disuguaglianza in larghezza dei pilastri sostenenti l'arco di trionfo;

mentre la deviazione di asse molto sensibile nella navata centrale, particolarità comune a molte chiese della Puglia e della Francia, è voluta con minuziosa attenzione. In essa i critici d'arte del passato vedevano simboleggiata l'inclinazione del corpo di Gesù sulla croce. Anomale sono anche le due cappelle, una dell'Addolorata e l'altra già del SS. Sacramento, non simmetriche tra loro.Un elemento strutturale interessante è la cupola a base ottagonale che copre il presbiterio all'intersezione della croce. La sagrestia è situata a sud dell'altare maggiore e la sua volta è fatta a padiglione, con lunette nelle quali sono affrescate le marine del Salento. Gli affreschi risalgono al 1700.Nella chiesa è custodito il corpo di San Vincenzo martire, che era stato donato da fra' Tommaso Cervioni, dell'ordine eremitico di Sant'Agostino, a Giuseppe Ferrari, duca di Parabita. Esso proveniva dal cimitero romano di Commodilla.

Il 30 dicembre 1851 la duchessa Lucia la Greca ne fece dono alla chiesa parrocchiale, ma la reliquia rimase ancora nella cappella del castello. Il 2 settembre 1855 fu trasportato nella chiesa parrocchiale e conservato nella cappella dell'Addolorata fino al 19 dicembre 1858, giorno in cui fu traslato sotto la mensa dell'Altare Maggiore. Il Santo fu venerato lì fino ai restauri in occasione del Giubileo del 2000 quando, per opera del Parroco Don Antonio Bruno, fu spostato in un altro Altare costruito ad hoc per poterlo rendere maggiormente e venerabile dai fedeli.Contestualmente allo spostamento della reliquia fu allargato il Presbiterio per renderlo adeguato alle nuove esigenze liturgiche; inoltre sono stati costruiti: una nuova mensa, un ambone e una nuova Sede del Celebrante.