Palazzo Riccio - Via Vittorio Veneto

Ultima modifica 17 giugno 2020

Il palazzo, diviso in due parti alla morte dell’Arciprete Don Carlo Riccio, presenta una parte coperta dal primo piano e l’altra parte scoperta con cortile, cisterna, pergola e orticello. Ancora oggi si conservano nel palazzo le grotte, una delle quali veniva usata come neviera.

Alla fine del Seicento, dopo la morte dell’Arciprete il palazzo andò in parte alla sorella Cecilia e poi alla nipote Agata, mentre l’altra parte andò al nipote Oronzo Perrucci. Nel 1712 la parte appartenente a Perrucci venne venduta a Epifanio Cataldi; il nipote Sebastiano Cataldi, sposando Teresa Gabellone, erede della prima porzione, operò la ricomposizione delle due parti del palazzo. In seguito venne venduto a Don Raffaele Caggiula e andò in dote ad Apollonia Cataldi e suo marito Raffaele Piccinno, che lo divisero tra le quattro figlie.

Riferimenti bibliografici
O. Seclì, Parabita nel '700-Dinamiche storiche di un secolo, Edizioni "Il Laboratorio", Parabita, 2002